Uno dei momenti più delicati nella vita di un’azienda è quello del passaggio generazionale. Sempre più avvertita dagli imprenditori è l’esigenza di affrontare con anticipo il passaggio generazionale dell’azienda, al fine di tutelare la sua continuità operativa, senza rischi per la stessa.
Molti sono gli strumenti che vengono in soccorso all’imprenditore, sia inter vivos che mortis causa, i quali presentano molti vantaggi ma anche rischi, motivo per cui è raccomandabile la consulenza di un notaio al fine di individuare al meglio, in base alle specifiche esigenze, la soluzione più adatta al caso concreto.
Primo tra tutti vi è il patto di famiglia introdotto dal legislatore nel 2006, in deroga al generale divieto di patto successorio previsto dallo stesso codice civile, con il preciso scopo di assicurare la continuità aziendale senza dannose interruzioni. Il patto di famiglia è quel contratto con cui l’imprenditore trasferisce in tutto o in parte le proprie quote a uno o più discendenti. Tale contratto deve essere concluso per atto pubblico e vi devono partecipare il coniuge e tutti coloro che sarebbero legittimati ove in quel momento si aprisse la successione nel patrimonio dell’imprenditore. Il principale problema di tale strumento è l’obbligo in capo agli assegnatari dell’azienda o delle partecipazioni di liquidare gli altri partecipanti ove questi non vi rinunzino in tutto o in parte.
Un altro possibile strumento a cui l’imprenditore può ricorrere è quello della donazione dell’azienda. Essa deve avvenire per atto pubblico e alla presenza di due testimoni. In tali casi la donazione gode di un regime fiscale agevolato. Non si applica infatti, nel caso di società di persone, l’imposta sulle donazioni e successioni se destinatari della donazione di un’azienda o un ramo di azienda siano il coniuge o i discendenti e se il donatario prosegua l’esercizio dell’attività di impresa per altri 5 anni dal momento del trasferimento. Lo stesso vale per le società di capitali se la donazione della partecipazione attribuisce il controllo della stessa nei termini previsti dalla legge. Problema della donazione di azienda è che anch’essa è soggetta alle generali regole in tema di collazione e di azione di riduzione da parte di altri eventuali eredi.
Anche il trust è uno strumento utilizzabile dall’imprenditore, che può nominare come trustee persone di sua fiducia, assicurando in tal modo la gestione ottimale dell’azienda. In particolare il trust è un istituto di origine anglosassone e recepito dal legislatore italiano, con cui un soggetto trasferisce la proprietà di determinati suoi beni a un altro soggetto affinché questi raggiunga un determinato scopo da lui indicato, mediante lo svolgimento di un’attività giuridica o materiale inerente i beni affidatigli, che nel caso di specie può essere, appunto, la gestione dell’impresa. Il risvolto problematico del trust è che, seppur oggi di ampia utilizzazione, si tratta comunque di un istituto complesso che richiede un’attenta analisi per una sua corretta regolamentazione, soprattutto in relazione al programma che il disponente intende far realizzare.
Come evidenziato, dunque, gli strumenti sono molteplici. Anche il classico strumento della compravendita può, in certi casi, essere di aiuto. In ogni modo va rilevato che, per l’individuazione dello strumento ottimale, occorre prima procedere a un’attenta disamina della situazione specifica e delle conseguenti esigenze sottese, in vista di un consapevole e ragionato passaggio generazionale dell’azienda.
Post a cura di SuperPartes